Lubango

Il Progetto “Lubango”

Nel 2000 l’Associazione Italiana de Capoeira da Angola ha avviato un progetto a Lubango (Angola) dove, in collaborazione con associazioni locali, è stato formato un gruppo di Capoeira misto di ragazzi di strada e studenti ed è stato attivato un laboratorio permanente di studio e pratica della Capoeira. Il progetto è stato l’ ennesima dimostrazione di come la Capoeira sia un ottimo strumento educativo e veicolo di aggregazione.

Situazione iniziale


Nel 2001 il Maestro Luiz “Baixinho” de Oliveira ed il suo allievo Marcelo “Montanha” hanno intrapreso un viaggio a Lubango, in Angola, per dare vita al progetto di integrazione di bambini di strada nella società in collaborazione con una O.N.G. (Organizzazione Non Governative, www.ong.it ) locale (ADCP) e la O.N.G. italiana “Alisei”. Dopo difficili trattative e il reperimento di fondi esterni al progetto per il pagamento dei viaggi, si sono stabiliti i contatti con i consulenti volontari, già in possesso di una vasta esperienza in ambito. Mestre Luiz de Oliveira (in arte “Baixinho”) e Marcelo Izar (in arte “Montanha”), infatti, sono di nazionalità brasiliana, di lingua madre portoghese, con formazione specifica acquisita in Brasile e curriculum di studi che approfondisce le origini angolane della Capoeira.
Si è dunque programmato un SEMINARIO DI FORMAZONE INTENSIVA di un mese che fosse mirato:
– al coinvolgimento dei beneficiari del progetto (ragazzi di strada) costituendo un gruppo pilota (Metodologia criança para criança);
– alla formazione degli educatori locali sul livello tecnico e su quello educativo (con un investimento sulle risorse che attivasse relazioni sud-sud).

Questi i contenuti della formazione:
Area Teorica:
– origini angolane e sviluppo brasiliano della Capoeira;
– capoeira come danza e come lotta, presupposti tecnici e ragioni culturali della disciplina intesa come insieme di musica e danza;
– potenzialità socializzanti della disciplina.

Area Pratica:
– apprendimento e revisione delle figure di base della disciplina;
– la “roda” come elemento fondamentale per la creazione del gruppo;
– studio dei temi musicali specifici di supporto allo sviluppo della danza, della concentrazione e dell’armonia del gruppo;
– costruzione ed utilizzo di strumenti musicali.

Il seminario di formazione intensiva


Il seminario ha previsto una formazione intensiva di un mese mirata al coinvolgimento dei beneficiari del progetto (ragazzi di strada) al fine di organizzare un gruppo pilota di pratica della Capoeira sul territorio. L’impegno è stato full-time e quotidiano, con le mattinate dedicate al reperimento di materiali naturali per la costruzione di strumenti musicali e i pomeriggi riservati all’uso degli strumenti costruiti, all’acquisizione delle capacità musicali, alla creazione della “roda” e alla parte ginnica vera e propria. Al seminario, inizialmente previsto solo nelle ore pomeridiane, hanno partecipato 2 educatori, un insegnante di ginnastica e 25 bambini ed adolescenti, non tutti appartenenti al gruppo bersaglio (strategia per favorire l’integrazione). Dopo i primi giorni il gruppo ha richiesto l’estensione dell’orario anche alle ore mattutine.

Baixinho in Angola jpg Questa dinamica ha permesso ai formatori di creare una dimensione relazionale molto forte con i partecipanti e di sviluppare momenti di insegnamento informali, durante le camminate nei boschi di eucalipti alla ricerca di legno adatto per la costruzione dei “berimbaus” o nei bassifondi della città a reperire tappi di bottiglie e copertoni usati. Fin dall’inizio il coinvolgimento e l’interesse dei partecipanti è stato enorme e, cosa completamente inattesa, anche persone non coinvolte nell’iniziativa hanno cominciato ad assistere con entusiasmo alle sessioni di lavoro e a chiedere di essere inseriti nel gruppo.

Proprio per questo, parallelamente alle attività pratiche, si è portata avanti la ricerca di personale qualificato a livello internazionale che, con l’elaborazione di un contratto di collaborazione volontaria con Alisei, potesse dare la possibilità agli educatori ma soprattutto ai ragazzi di ricevere una formazione intensiva. Gli educatori hanno avuto l’idea di organizzare “rodas de Capoeira” per strada ed in luoghi pubblici.
Questo ha contribuito non solo ad aumentare l’autostima, l’interesse e il coinvolgimento del gruppo, ma anche alla promozione del progetto e alla sensibilizzazione sociale Alla fine del seminario, che non ha visto desistenze, si è realizzata la cerimonia pubblica del “Batizado”, una sorta di rituale in cui i partecipanti alla formazione hanno ricevuto un cordone di colore differente a seconda del grado di preparazione raggiunto. Tre ragazzi, scelti secondo il criterio della abilità fisica, delle competenze musicali, dell’impegno e della frequenza, sono stati nominati responsabili del gruppo e depositari delle competenze acquisite per tutta la città di Lubango.

Considerazioni generali

Roda in Angola

In primo luogo l’origine angolana della Capoeira fa si che schemi gestuali e musicali risultino ampiamente familiari e vengano “riconosciuti” come parte di un bagaglio culturale sepolto e dimenticato che torna alla luce dopo un lungo sonno. Per ragazzi che spesso sono privi di riferimenti familiari e comunitari l’affermazione di un’identità culturale che sottolinea l’appartenenza ad un gruppo è sempre molto importante.
In secondo luogo il legame della Capoeira con situazioni di marginalità e di oppressione (vedi excursus storico). L’oppressione della schiavitù vera e propria a rappresentare metaforicamente quella vissuta ogni giorno sulla strada alla ricerca di mezzi di sussistenza, spesso senza possibilità di scelta sul destino della propria vita.
Sicuramente determinante è stata inoltre la grande competenza dei formatori non solo dal punto di vista artistico ma anche da quello educativo. Il fatto di avere già esperienza con bambini ed adolescenti di vari paesi ha fatto si che la trasmissione delle competenze culturali ed artistiche non rimanesse slegata da quella di valori morali e civici. Questo spiega l’empatia immediata e l’accettazione incondizionata da parte del gruppo che non ha avuto bisogno di una fase di acquisizione di fiducia e di rispetto. E allo stesso tempo i formatori sono diventati il modello positivo, in quanto dimostrazione vivente del fatto che dalla povertà e dall’emarginazione si può uscire e si può farlo in maniera onesta contando solo sulle proprie capacità.
Il gruppo intero ha come punto di riferimento i tre responsabili i quali si rivolgono agli educatori per problemi che non riescono a risolvere da soli o per ricevere supporto e aiuto nell’organizzazione di eventi pubblici. Al di là di questo è autonomo.
è inoltre innegabile che l’emozione suscitata da una buona Roda de Capoeira è quella di allegria, senso di unione e condivisione, rispetto ed attenzione per gli altri, giocosità.
Interessante sottolineare che in questi momenti i ragazzi godono dell’approvazione del pubblico e non sono soggetti a discriminazione e pregiudizio. Lo stesso avviene all’interno del gruppo “Os Filhos de Angola” dove è ormai quasi impossibile distinguere i “meninos de rua” dagli “altri”. Consideriamo questo come un passo importante per l’integrazione sociale.

I primi  risultati

I risultati che ci attendevamo da questa azione erano:

1. Empowerment di un gruppo di bambini e adolescenti attraverso l’acquisizione di capacità specifiche trasmissibili che li trasformi in risorsa del progetto verso altri gruppi di pari. Miglioramento della loro condizione personale attraverso il vissuto collaborativo e socializzante dell’esperienza

2. Creazione di un gruppo di consulenti locali che operano nell’ambito artistico e culturale in grado di influenzare positivamente la comunità verso il gruppo bersaglio del progetto e di svolgere azioni di sensibilizzazione sociale con un’attenzione specifica ai diritti dell’infanzia

3. Miglioramento della capacità di intervento riabilitativo della ONG locale

4. Sostenibilità sul lungo periodo del progetto pilota e sua riproducibilità grazie alla valorizzazione delle risorse umane e culturali necessarie.

Oggi possiamo dire di averli pienamente realizzati. Il gruppo “Os Filhos de Angola” continua le proprie attività allenandosi quattro volte alla settimana in forma completamente autonoma. I tre responsabili sono in grado di condurre il training, costruire strumenti musicali, orientare il gruppo e trasmettere competenze. 20 rappresentazioni pubbliche realizzate nel periodo agosto-dicembre 2001. L’ Associazione ha ricevuto quasi 80 richieste di adesione di nuovi partecipanti ma purtroppo finora ci è stato possibile integrare solo 20 nuovi membri, quasi tutti appartenenti al gruppo bersaglio. Nel Dicembre del 2002 altri tre istruttori dell’Associazione Italiana di Capoeira da Angola sono tornati a Lubango autofinanziati per dare continuità al progetto. In questo periodo sono entrati in contatto con alcuni villaggi (kimbos) dove hanno svolto ricerche sulle origini della Capoeira incontrando nel Kunene (regione a Sud dell’Angola) un rituale chiamato ‘Ngolo, che in lingua africana significa “Zebra”, che richiama chiaramente le movenze della Capoeira e che è riconosciuta dagli studiosi come il più probabile antenato di questa arte, ed il “mburumbumba”, probabile antenato del berimbau.